giuochini


"non tutti gli artisti sono giocatori di scacchi, ma tutti i giocatori di scacchi sono artisti"
scriveva Marchel Duchamp. 
Di gioco e arte, e in particolare arte e videogames, mi ero già occupato. E' un confronto attivo da anni, anche se spesso i migliori risultati della game-art sono nati da un atteggiamento critico degli artisti nei confronti di certe caratteristiche dei giochi, quali il maschilismo e la violenza - vedi Ego image shooter o Velvet Strike ; o quando l'iconografia dei videogiochi viene utilizzata nel mondo reale - come nel caso di Urban Invasion.

Un caso piuttosto originale è quello di Iconoclast game, dell'artista multimediale Lorenzo Pizzanelli, definito "un videogioco di frontiera, un’opera-cortocircuito tra culture", che infatti viene proposto indifferentemente nelle gallerie d'arte e negli eventi dedicati ai videogames e relativi tornei; in aprile sarà al Centro d’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato (si, proprio quello della macchina defecante di Delvoye).
Iconoclast Game è una opera-videogioco sulla storia dell’arte: dai bizantini al contemporaneo. Protagonista (guarda caso) Marcel Duchamp con il suo Alter Ego femminile Rose Selavy. La “missione” di chi gioca è liberare i capolavori imprigionati, superando vari livelli di gioco ispirati a periodi e stili della storia dell’arte. Una cosa interessante è che l'opera non è in vendita nelle gallerie d'arte, ma è distribuita, al prezzo "popolare" di 24 euro, nelle librerie e nei bookshop dei musei, o direttamente dall'editore.

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