muri di violenza


In questi giorni in cui il tema del femminicidio e, conseguentemente, quello della violenza sulle donne è tragicamente frequente sui media, si riaccende anche il dibattito su quanto la cifra apertamente "sessista" di molta pubblicità italiana possa essere corresponsabile di un atteggiamento ostile nei confronti della donna -  ad (ottimo) esempio qui

Al contempo, sarebbe utile una riflessione sulla efficacia ed utilità della comunicazione sociale che, al contrario, si prefigge di contrastare questa tendenza. Le campagne contro la violenza alle donne hanno purtroppo un topos assolutamente ricorrente: un bel volto di donna variamente ammaccato o tumefatto. Anche per chi non è un addetto ai lavori, basta fare un "giro" in rete per rendersi conto della gran quantità di campagne di questo tipo, la cui efficacia è sicuramente dubbia (senza contare che per un maschio sadico queste immagini possono risultare addirittura eccitanti).
Per fortuna qualcuno cerca di battere strade meno ovvie







"spesso non lo noti al primo sguardo", così recita la campagna "hinter deutschen wänden" (dietro i muri tedeschi) che la  pubblica amministrazione berlinese ha commissionato all'agenzia pubblicitaria DOJO.

Interessante la specificità del messaggio, che vuole attrarre l'attenzione su un aspetto specifico del problema: la violenza non è sempre percepibile a prima vista.  Solo uno sguardo ravvicinato rivela nella carta da parati i pugni serrati, e i capelli tirati, le cinghie, le lacrime... così come la violenza alle donne è quasi sempre domestica, e si nasconde dietro i muri delle case.

Lo studio "la sicurezza e la salute delle donne in Germania" ha dimostrato che una donna su quattro in Germania, di età compresa tra 16-80 anni, almeno una volta nella vita è vittima di violenza fisica e/o sessuale dal partner; solo a Berlino l'anno scorso, più di 10.000 donne sono state vittime di violenza domestica. 

Il messaggio è chiaro: dobbiamo guardare più da vicino,  probabilmente sta accadendo proprio là dove non ce lo aspettiamo.
Concetto enfatizzato, in modo alquanto inquietante, anche nello spot della campagna.

Nessun commento:

Posta un commento